Il Gruppo Campari respinge le accuse di evasione fiscale e indagini
Campari Group rigetta le accuse di evasione fiscale Il colosso italiano delle bevande Campari ha smentito le voci secondo cui sarebbe sotto indagine per presunta evasione fiscale. Un report dell’agenzia di stampa Reuters di ieri (26 giugno) ha affermato che i magistrati di Milano hanno aperto un’indagine sulla società di gestione che controlla Campari – […]
Campari Group rigetta le accuse di evasione fiscale
Il colosso italiano delle bevande Campari ha smentito le voci secondo cui sarebbe sotto indagine per presunta evasione fiscale.
Un report dell’agenzia di stampa Reuters di ieri (26 giugno) ha affermato che i magistrati di Milano hanno aperto un’indagine sulla società di gestione che controlla Campari – Lagfin – citando “fonti a conoscenza diretta della vicenda”.
Si è detto che la polizia fiscale ha scoperto circa 1 miliardo di euro di tasse non pagate dal 2018 al 2020 dovute a Lagfin con sede in Lussemburgo.
In una dichiarazione di risposta, il proprietario del marchio Aperol ha respinto le accuse riguardanti Campari e “qualunque sua controllata”.
Si legge: “In relazione ad alcuni articoli pubblicati il 26 giugno dalla stampa, Campari Group precisa che né Davide Campari-Milano N.V. né alcuna delle sue controllate è oggetto di indagine da parte delle autorità.
Pertanto, non sono attesi impatti né per Davide Campari-Milano N.V. né per nessuna delle sue controllate”.
Lagfin ha detto a Reuters: “La società ha sempre adempiuto ai suoi obblighi fiscali con il massimo scrupolo in tutte le giurisdizioni in cui opera e considera ogni obiezione potenziale priva di basi”.
In una nota ai clienti, Trevor Stirling, analista finanziario del settore delle bevande presso AllianceBernstein, ha messo in dubbio il collegamento tra Campari e Lafgin e ha definito i titoli “fuorvianti”.
Ha scritto: “Lagfin è la società di holding con sede in Lussemburgo della famiglia Garavoglio che possiede il 51% di Campari. Quindi non vediamo implicazioni dirette per Campari stesso”.
Stirling ha aggiunto: “Secondo noi, in un caso peggiore, potrebbe esserci un’indagine formale, Lagfin potrebbe essere trovata inadempiente nei pagamenti delle tasse e potrebbe dover effettuare un pagamento retroattivo sostanziale.
Tuttavia, la quota di Lagfin in Campari vale 5,8 miliardi di euro; e a meno che non sia già fortemente leva, riteniamo che sicuramente alcune banche amichevoli sarebbero disposte a concedere prestiti su questa quota.
In un scenario estremamente improbabile, Lagfin potrebbe dover vendere parte della loro partecipazione a Campari, il che li lascerebbe comunque con una grande maggioranza dei diritti di voto. Tuttavia, crediamo che in questo scenario estremamente improbabile, potrebbe esserci uno sbilanciamento temporaneo delle azioni finché il mercato non assimila il piazzamento”.